La visita di Meloni a Trump e il delirio mediatico
“Dammi uno spunto e la mia immaginazione esploderà di notizie”: parafrasando Louis Armstrong (A Kiss to build a dream on), sembra essere questo il mantra dei media di fronte alla recente visita di Giorgia Meloni a Donald Trump. Un evento che, nella realtà, pare più misterioso di un episodio di X-Files ma che, secondo alcuni giornali, è stato ricostruito con l’entusiasmo di un romanziere sotto scadenza.
Meloni vola in Florida, Trump la accoglie come si farebbe con una vecchia amica che porta un ottimo vino, e alcuni giornali esplodono in ipotesi degne di un film di fantapolitica. “Ha preso d’assalto l’Europa!”, gridano i titoli, facendo riferimento a una esclamazione di Trump. “Dialoghi segreti sul caso Sala!”, sussurrano le fonti. Nel frattempo, nella realtà parallela, Meloni e Trump si scambiano i soliti convenevoli, salgono al piano di sopra per conversare un’ora e mezza e guardano un documentario sul presunto “furto” elettorale del 2020. Un evento ufficiale degno di un cineforum di quartiere.
Ma alcuni media non si accontentano. Perché riportare i fatti quando puoi approntare un’intera serie Netflix? Dalla rassegna stampa internazionale emergono particolari inediti, fonti misteriose che rivelano dialoghi che nemmeno gli interessati saprebbero riconoscere. È così che nascono le “notizie”: un pizzico di realtà, una spruzzata di fantasia e voilà, la pozione magica per vendere copie.
Non c’è limite all’immaginazione: se volessimo esagerare anche noi, potremmo titolare così il resoconto della giornata: “Meloni vola in Florida per la première di Eastman: red carpet e popcorn inclusi!”. Sembra assurdo? Certo, ma almeno non ci prendiamo sul serio. E forse è proprio quello che, con rispetto parlando, manca a certa stampa.
Redazione
Foto Armstrong: This file is made available under the Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication.
Foto Trump: Estratto filmato RAI News 24 HD