Ferrari: da “Vinceremo!” a “Bisogna capire”. E noi a rosicare.
Cari signori del muretto,
cari strateghi delle dichiarazioni post-gara,
cari geni della gestione moderna,
vi scrivo da un pianeta lontano chiamato Terra, dove la Ferrari un tempo correva per vincere e non per “capire”.
Qui da noi, un quarto posto non è un risultato da incorniciare. Qui da noi, Enzo Ferrari costruiva monoposto per dominare, non per “limitare i danni”.
Vi rendete conto di quello che avete combinato?
Con la SF-25 siete riusciti nell’impresa storica di confermare che sì, si può partire male, peggiorare, e poi giustificare il tutto parlando di “progetto a lungo termine” e “fase di apprendimento”.
Bravi!
Un vero capolavoro di arrampicata sugli specchi.
Nel frattempo Charles Leclerc, quello che una volta sognava mondiali in rosso, si ritrova a recitare il ruolo di eroe tragico: salta ostacoli, supera miracoli, ottiene quarti posti sudati come maratoneti all’ultimo respiro… e viene pure invitato a “essere fiducioso”.
Peccato che la fiducia, come la pazienza, sia un bene esauribile.
E poi c’è lui, il prescelto: Lewis Hamilton. Arrivato come il Messia a Maranello, accolto con tappeti rossi e copertine da star.
Magari, per farlo sentire a casa, preparate anche un tè caldo ogni volta che scende dalla macchina, visto che di vittorie, per ora, manco l’ombra.
Ma tranquilli, ci avete insegnato che l’importante è “capire”.
Capire come si possano spendere milioni, rivoluzionare organigrammi, annunciare rinascite, e poi trovarsi a metà griglia, sperando che almeno la McLaren non vi sorpassi pure in pit lane.
Sapete cosa vi consiglieremmo da tifosi, se potessimo?
Un biglietto di sola andata per una lunga, lunghissima vacanza.
E magari, già che ci siete, portate con voi anche l’ufficio stampa: così ci risparmiamo pure i comunicati imbarazzanti.
La Ferrari non è nata per sopravvivere.
La Ferrari è nata per vincere, dominare, ispirare.
Tutto il resto sono storielle.
E voi, purtroppo, siete diventati dei maestri in questo.
Cordiali saluti,
Un tifoso stanco (ma mai rassegnato)
di Redazione