Francia nel caos: un momento cruciale per l’Europa e una chance per l’Italia

La caduta del governo Barnier, il più breve nella storia della Quinta Repubblica, segna un momento di straordinaria turbolenza per la Francia. Un terremoto politico, alimentato dalla convergenza inedita tra l’estrema destra di Marine Le Pen e la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, evidenzia la frammentazione del panorama politico francese e il peso dell’azzardo di Macron di dissolvere l’Assemblea nazionale.

Questa crisi, tuttavia, non è esclusivamente politica. Con un debito pubblico che supera i 3.000 miliardi di euro e un deficit che potrebbe sforare il 6% del PIL entro fine anno, la Francia si trova a gestire una pressione economica significativa. Ma, come sottolineato dall’economista Francesco Saraceno, il paese non è “la malata d’Europa”. La sua economia resta più solida rispetto ad altre realtà, come quella tedesca, e il mercato continua a fidarsi dei titoli francesi. Tuttavia, il rischio maggiore non è interno, ma europeo: l’assenza di una leadership francese rischia di aggravare l’immobilismo dell’Unione Europea, già in difficoltà per il “motore franco-tedesco” inceppato.

Michel Barnier *

In questo contesto, l’Italia potrebbe giocare un ruolo cruciale. La crisi francese, unita a quella tedesca, apre un vuoto di potere all’interno dell’UE che Roma potrebbe colmare con una visione chiara e proposte concrete per uscire dalla “palude europea”. Ma ciò richiede capacità strategica e stabilità politica, elementi che in passato sono mancati.

La crisi francese non è un’anomalia, ma il riflesso di un’Europa che fatica a trovare una direzione nel contesto globale. Mentre Stati Uniti e Cina avanzano rapidamente, l’UE appare intrappolata in logiche di frammentazione politica e lentezza decisionale. L’opportunità di emergere come protagonista nella transizione digitale e nell’innovazione c’è, ma richiede una leadership forte e una visione unitaria.

Il caos francese, dunque, non è solo un problema interno, ma un monito per tutta l’Europa. La domanda è: saprà l’UE, e con essa l’Italia, cogliere questa occasione per rilanciarsi come attore globale? – Chissà!

Giuseppe Arnò
*This photo is free to use under Creative Commons license CC-BY-4.0

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