Quella Pentecoste del 9 giugno 2019 celebrata in piazza San Pietro

Nel ricordo di papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, Buenos Aires, Argentina, 17 dicembre 1936 – Città del Vaticano, 21 aprile 2025)

 

Quella Pentecoste del 9 giugno 2019 celebrata in piazza San Pietro

 

Città del Vaticano – Bagno sudaticcio con i fedeli per papa Francesco (dal 13 marzo 2013 266° papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma), in occasione della domenica di Pentecoste.

Pentecoste, cioè la solennità cristiana nella quale viene celebrata l’infusione, la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti con la Madonna, cinquanta giorni dopo Pasqua.

In occasione del rito, oltre a scorte di bottigliette d’acqua in vari punti di piazza San Pietro, sono stati distribuiti libretti intitolati “Domenica di Pentecoste – Messa del giorno – 9 giugno 2019” con, in quarta di copertina lo stemma e l’adagio latino episcopali adottati dal Santo Padre, Miserando atque eligendo, “(Lo) guardò con misericordia (con sentimento di pietà) e lo scelse”.

La massima è tratta dalle “Omelie di San Beda il Venerabile, sacerdote” (Om. 21; CCL 122, 149-151) e fa riferimento all’episodio evangelico della vocazione di San Matteo: Vidit ergo lesus publicanum et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi Sequere me (“Vide Gesù un pubblicano e siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse Seguimi”).

Lo stemma, a sua volta, è costituito da uno scudo blu sormontato dai simboli della carica pontificia (mitra posta tra chiavi decussate d’oro e d’argento con un cordone rosso).

Sullo scudo domina l’emblema della Compagnia di Gesù (Gesuiti) a cui appartiene il Papa: un sole con raggi o fiamme in cui spiccano in rosso le lettere IHS, monogramma di Cristo, tra una croce e tre chiodi neri.

Sotto al sole appaiono una stella ed un fiore di nardo.

Stando all’araldica antica, la stella rappresenta la Vergine Maria mentre il fiore di nardo raffigura San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Infatti, San Giuseppe, nella tradizione iconografica ispanica (radice bergogliana), è interpretato con un ramo di nardo in mano.

Inserendo questi elementi (la stella ed il fiore di nardo) nello scudo, Papa Francesco ha voluto rimarcare la propria devozione alla Madonna ed a San Giuseppe.

Sicurezza vaticana

 

Gli “Angeli del papa” armati per garantire sicurezza

 

Città del Vaticano – Il personale del Corpo della Gendarmeria (o Gendarmeria Vaticana) dipende dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (Direzione dei Servizi di sicurezza e Protezione civile) ed è incaricato di garantire ordine pubblico, polizia giudiziaria e di frontiera, attività d’intelligence, antiterrorismo, sicurezza dei confini, sorveglianza dei beni dei musei vaticani e circolazione stradale nel territorio di competenza statale ed extraterritoriale.

Inoltre, collabora con la Guardia Svizzera Pontificia nel tutelare l’incolumità del Papa, nel controllo degli accessi in Vaticano, nel fluido svolgimento degli eventi pubblici nella basilica di San Pietro e nell’Aula “Paolo VI”. Ed è affiancato dall’Arma dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato italiani nell’assicurare difesa al Vaticano. In caso di sede vacante la Gendarmeria s’occupa della salvaguardia del collegio cardinalizio.

Fondata il 14 luglio 1816 tramite motu proprio di papa Pio VII con la denominazione di Corpo dei Carabinieri Pontifici, per volontà di riunire gli apparati di polizia dello Stato Pontificio ristabilito nel suo ambito dal Congresso di Vienna, oggi l’organismo di scudo ad ordinamento civile militarmente organizzato (dal motto Fides et Virtus, Fede e Virtù) è composto da 130/150 elementi (detti “Angeli del papa”) suddivisi nei reparti Gruppo d’Intervento Rapido (GIR), Centro Operativo di Sicurezza (COS), Ufficio Interpol, Unità antisabotaggio, Servizio Intelligence Vaticano (SIV), Banda musicale.

Il Corpo è dotato di armi per svolgere le proprie funzioni, a parte le spade per cerimoniali. Standard è la pistola Glock 17 semiautomatica con munizioni 9×19 mm Parabellum mentre sono occasionalmente in uso la Beretta M12 ed il mitra Heckler & Koch MP5. Il Gruppo d’Intervento Rapido può contare sulla carabina Carbon 15 e sul fucile Heckler & Koch FABARM FP6. Nell’eventualità di tumulti o quant’altro ha a disposizione taser, manganelli, spray al peperoncino e gas lacrimogeni.

 

Servizi e foto di

Claudio Beccalossi

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