Le nostre interviste: Fendi

Intervista Fendi

 

FloraCult 4ª edizione, mostra mercato di floravivaismo amatoriale: by Ilaria Venturini Fendi.

 

 

 

Durante i giorni 26-27-28 Aprile si é tenuta a Roma presso la tenuta I Casali del Pino, all’interno del Parco di Vejo (antica capitale etrusca), la 4ª edizione di FloraCult, , ormai irrinunciabile per gli amanti della flora e dei colori e profumi della Primavera, nella quale è stato possibile in uno scenario paradisiaco incontrare varietà ricercatissime per il giardino. La mostra é stata curata dalla paesaggista Antonella Fornai. Durante le 3 giornate d’esposizione della 4ª edizione è stato possibile degustare per la prima volta vari frutti esotici provenienti da Brasile (foto nº… con Ilaria e la gerba brasiliana) che così si affaccia per la prima volta in questo meraviglioso scenario per farsi assaggiare, anche se al momento nell’ancora limitato numero di specie di piante e  frutti presenti, da migliaia di visitatori della fiera.

 

Il desiderio di progetti dedicati al biologico, all’ambiente, l’amore per la campagna, per il riciclo, per le attività economicamente e socialmente sostenibili hanno spinto Ilaria Venturini Fendi, imprenditrice agricola e designer a convertire un’azienda agricola, rimasta per molti anni abbandonata, al biologico; i Casali del Pino  si estendono su 174 ettari, di verdi campi e  colline ombreggiate da pini mediterranei secolari, sui quali pascolano ovini da latte ed altri animali allevati allo stato brado.

 

Il tema di questa quarta edizione è stato “Il giardino come luogo di globalizzazione e integrazione”: ‘Meglio degli uomini le piante sono un esempio di realtà multietnica e di buona convivenza, quasi tutte le specie che si trovano nei nostri giardini provengono da ogni parte del mondo e sono frutto della ricerca di viaggiatori e di ‘cacciatori di piante” dicono gli organizzatori.

 

Ilaria Venturini Fendi ci dice: “Chi mi chiede che lavoro svolgo, rispondo l’imprenditrice agricola con l’Hobby del riciclo. Dopo aver a lungo lavorato nella moda, qualche anno fa ho acquistato I Casali del Pino motivata da un forte bisogno di vivere la mia vita con ritmi diversi. In questo luogo convertito al biologico ho convertito anche me stessa cercando di mettere salde radici nella terra, grazie alle quali sono tornata ad un progetto di design basato sul riuso dei materiali, con un interesse ed una passione che avevo perso, fondando il progetto Carmina Campus, “Buoni Modelli per un Futuro Sostenibile”.

 

Ilaria è stata invitata lo scorso Giugno 2012 a partecipare al  Rio + 20 dove in una conferenza ha potuto raccontare la sua esperienza nel progetto Carmina Campus che crea nuovi prodotti di moda partendo da materiali riciclati; rielaborando prodotti senza uso per trasformarli in borse, impegnandosi socialmente e  avvalendosi di mano d’opera proveniente da comunità di donne svantaggiate Kenyote. Oggi le borse Carmina Campus 100% made in Africa sono vendute nei più esclusivi punti vendita del mondo, generando rendita e condizioni di vita migliori nelle comunità africane svantaggiate, con la filosofia di “Lavoro e non Carità”, se è giusto fare la carità, meglio è insegnare il lavoro.

 

 

  1. Ilaria Venturini Fendi per la prima volta in questa 4ª edizione 2013 di FlorCult sono stati presenti negli stand degli espositori specie brasiliane, con degustazione per il pubblico di vari frutti, questo dopo il suo passaggio al Rio + 20, potremmo chiamarlo un caso del destino?

 

  1. SONO MOLTO LEGATA AL  BRASILE, CHE CONOSCO DA QUANDO AVEVO DIECI ANNI. NON E’ QUINDI SOLO UN CASO DEL DESTINO ESSERMI AVVICINATA ALLA SUA MERAVIGLIOSA NATURA, CHE NON FINISCE DI SORPRENDERMI.  SONO CONTENTA CHE FLORACULT SIA STATA L’OCCASIONE PER FARMI CONOSCERE ANCORA QUALCOSA DI QUELL’IMMENSA RICCHEZZA CHE E’ IL PATRIMONIO NATURALE DEL BRASILE.   I COLORI E I PROFUMI DELLE PIANTE E DEI FRUTTI BRASILIANI SONO SEMPRE STATI PER ME  UNA DELLE PIU GRANDI ATTRAZIONI. QUANDO SONO A RIO,  LA MIA MATTINA COMINCIA IMMANCABILMENTE CON LA  COLAZIONE DA POLIS SUCO A IPANEMA.

 

  1. I.V.F. la degustazione di specie tropicali durante la Fiera ha avuto molto successo, ma si trattava di poche tipologie di frutta, pensando alla ricchezza di varietà di frutta amazzonica non sarebbe forse auspicabile nella prossima edizione permettere ai migliaia di visitatori di degustarne altri tipi, magari anche sotto forma di succhi, l’ Açai o la Castanha do Pará per citarne soltanto due ma molto rappresentativi della regione.

 

  1. SAREBBE INTERESSANTE E SICURAMENTE APPREZZATO DAL PUBBLICO DI FLORACULT . LA NOSTRA FILOSOFIA DI AZIENDA BIOLOGICA A KM ZERO CI PORTA A ENFATIZZARE L’USO DEI PRODOTTI LOCALI, MA  LA FIERA E’ L’OCCASIONE PER  PROMUOVERE LA CONOSCENZA E LO SCAMBIO DI PIANTE E FRUTTI CHE PROVENGONO DA TUTTO IL MONDO E POSSONO ARRICCHIRE LA NOSTRA CULTURA. NON A CASO IL TEMA DI QUEST’ANNO ERA QUELLO DEL GIARDINO COME LUOGO DI GLOBALIZZAZIONE E INTEGRAZIONE. LE PIANTE RISPETTO AGLI UOMINI SONO UN ESEMPIO MIGLIORE  DI REALTA’ MULTIETNICA E BUONA CONVIVENZA. BEN VENGANO QUINDI ANCHE ALTRE  MERAVIGLIE AMAZZONICHE CHE POTREMMO PROPORRE IL PROSSIMO ANNO

 

  1. Il Brasile in questo momento è uno dei mercati emergenti e di consumo specialmente per prodotti di altissima qualità e manifattura come quelli italiani, ha già pensato di vendere i prodotti con filosofia Carmina Campus in questo mercato?

 

  1. CARMINA CAMPUS E’ UN BRAND DI NICCHIA CON LAVORAZIONI ARTIGIANALI E PRODOTTI CHE SONO PER LO PIU’ PEZZI UNICI. IL BRASILE SAREBBE CERTAMENTE UN MERCATO MOLTO INTERESSANTE PER NOI ANCHE IN VIRTU’ DEL GRANDE INTERESSE VERSO IL DESIGN E LA CREATIVITA’ SOSTENIBILE. VOGLIAMO CRESCERE IN MODO CONTROLLATO,   FACENDO  UN PASSO ALLA VOLTA SENZA FORZARE IL RITMO DELLA NOSTRA CRESCITA

 

 

  1. In Amazzonia, nello stato del Pará, nell’arcipelago di Marajó gli indici di sviluppo umano sono uguali od inferiori a quelli dei paesi africani, molte le opportunità di “Lavoro e non Carità” possibili per le comunità qui residenti, tra le più svantaggiate del Brasile. Questa grande ricchezza di materiali oriundi dalla foresta come le fibre naturali provenienti dall’albero del cocco ed altri palmizi esistenti e pronti per essere trasformati con creatività in prodotti di lusso, potrebbero in un futuro non troppo distante entrare in teoria a far parte dei programmi di sviluppo Carmina Campus?

 

  1. LA MIA ULTIMA VISITA IN BRASILE IN OCCASIONE DI RIO + 20 E’ STATA UNA BELLA OCCASIONE PER CONDIVIDERE ALCUNI PROGETTI DI SVILUPPO E VENIRE A CONTATTO CON MOLTE REALTA’ INTERESSANTI.  HO CONSIDERATO IN MODO CONCRETO LA POSSIBILITA’ DI INIZIARE UN PROGETTO IN BRASILE RAPPORTANDOMI CON ALCUNE COMUNITA’ LOCALI.  NOI FACCIAMO RIUSO DI MATERIALI, CHE E ‘ UNA DELLE STRADE DELLA SOSTENIBILITA’. L’ALTRA E’ CERTAMENTE QUELLA DEI MATERIALI NATURALI ED ECOLOGICI DI CUI IL BRASILE E’ RICCHISSIMOE E CHE RAPPRESENTANO IL FUTURO. PER TUTTE E DUE LE SITUAZIONI, SIA CON IL RICICLO CHE CON LE FIBRE NATURALI, IL BRASILE HA MOLTISSIMO DA OFFRIRE E MI PIACEREBBE  AVERE PRIMA O POI UN’OCCASIONE PER UN BEL PROGETTO.  PER IL MOMENTO PERO’ SONO GIA’ MOLTO ASSORBITA DA QUANTO ABBIAMO IN BALLO,  AD ESEMPIO LA COLLABORAZIONE  CHE HO CON UN’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE PER UN A PRODUZIONE MADE IN  AFRICA, CHE SI AFFIANCA ALLE COLLEZIONI CHE REALIZZO IN ITALIA  E CHE MI STA DANDO GRANDI SODDISFAZIONI, SIA DA UN PUNTO DI VISTA COMMERCIALE CHE DI RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL PROGRAMMA. IL MOTTO DI QUESTO PROGETTO E’ APPUNTO “NOT CHARITY, JUST WORK”, UNA FILOSOFIA CHE MI PIACEREBBE METTERE IN PRATICA ANCHE IN FUTURE COLLABORAZIONI, MAGARI IN BRASILE.

 

 

 

 

FloraCult 4ª edição, mostra/mercato de floravivaismo amador: por Ilaria Venturini Fendi.

 

 

 

Durante os dias 26-27-28 de abril foi realizada em Roma, na fazenda I Casali del Pino, dentro do Parque de Vejo (antiga capital da civilização etrusca), a 4 ª edição do FloraCult, agora uma obrigação para os amantes da flora e as cores e os aromas da Primavera, em que foi possível reunir em um cenário paradisíaco, variedades muito procuradas para o jardim. A exposição foi curada pela arquiteta paisagista Antonella Fornai. Durante os 3 dias de exposição da 4 ª edição, foi possível também degustar várias frutas exóticas do Brasil que assim aparece pela primeira vez neste cenário maravilhoso para se deixar degustar, por milhares de visitantes da feira, embora no momento ainda no limitado numero de espécies de plantas e frutas apresentadas.

 

O desejo de projetos dedicados a agricultura orgânica, o meio ambiente, o amor do campo, a reciclagem e as atividades economicamente e socialmente sustentáveis inspiraram Ilaria Venturini Fendi; uma designer, para converter uma fazenda que permaneceu por muitos anos abandonada, á agricultura orgânica. Os Casali del Pino estendem-se por 174 hectares de campos verdes e colinas sombreadas por árvores de pinheiros mediterrânicos antiguíssimos, em que pastam ovelhas leiteiras e outros animais criados ao estado brado.

 

O tema desta quarta edição foi “O jardim como um lugar de integração e globalização”: melhor dos homens as plantas que são um exemplo de convivência multi-étnica e de boa convivência; quase todas as espécies que são encontradas em nossos jardins vêm de todo o mundo e são o resultado de uma pesquisa de viajantes e “pesquisadores de plantas”, dizem os organizadores.

 

Ilaria Venturini Fendi nos diz: “Aquele que me pergunta o que é o trabalho que realizo, eu respondo, uma empresária agrícola com o hobby da reciclagem. Depois de muito tempo trabalhando na moda há alguns anos atrás eu comprei a fazenda Casali del Pino motivada por uma forte necessidade de viver a minha vida em um ritmo diferente. Neste lugar que eu converti para a agricultura orgânica, converti também a mi mesma tentando de colocar fortes raízes na terra; graças as quais eu reverti para um projeto de design baseado no reaproveitamento de materiais, com um interesse e uma paixão que eu tinha perdido, fundando o projeto Carmina Campus, bons modelos para um futuro sustentável.”

 

Ilaria foi convidada em Junho passado de 2012 para participar da conferência Rio +20, onde ela  relatou sua experiência no projeto Carmina Campus que cria novos produtos de moda a partir de materiais reciclados; transformando materiais sem uso em produtos e bolsas de design, se engajando socialmente e fazendo uso de mão de obra de comunidades locais de mulheres em desvantagem social. Hoje os produtos Carmina Campus, 100% feitos na África são vendidos nas lojas mais exclusivas do mundo, gerando renda e melhores condições de vida nas comunidades africanas desfavorecidas, com a filosofia de “Trabalho e não Caridade”, se é certo fazer caridade, gerar emprego é melhor.

 

Entrevista:

 

  1. Ilaria Venturini Fendi, pela primeira vez nesta quarta edição FloraCult de 2013 estavam nos estandes dos expositores espécies do Brasil, com possibilidade de degustação para o público de várias frutas, isto depois de sua passagem para o Rio +20, poderíamos chamá-lo de um capricho do destino?

 

  1. R. Sou muito ligada ao Brasil que eu conheço desde quando eu tinha dez anos. Não é portanto apenas um caso do destino de ter me aproximado da sua natureza maravilhosa, que não termina de me surpreender. Estou contente que FloraCult tem sido uma oportunidade de me deixar conhecer ainda alguma coisa a mais daquela imensa riqueza que é o patrimônio natural do Brasil. As cores e as fragrâncias das plantas e frutos brasileiros são sempre para mim uma das atrações maiores. Quando em Rio, meu começo de dia invariavelmente é com o café da amanha e os sucos da Polis em Ipanema.

 

 

  1. P.V.F. a degustação de espécies tropicais durante a Feira foi muito bem sucedida, mas se limitava a alguns tipos de frutas, pensando sobre a riqueza de variedades de frutas da Amazônia não seria desejável na próxima edição proporcionar aos milhares de visitantes a degustação de outras variedades, talvez mesmo sob a forma de suco; o Açai e a Castanha do Pará, para citar somente dois, mas muito representativos da região.

 

  1. Certamente seria interessante e apreciado para o publico da FloraCult. Nossa filosofia de fazenda orgânica é a Km. zero para enfatizar o uso de produtos locais, mas a feira é uma oportunidade para promover o conhecimento e a troca de plantas e frutas que vêm de todo o mundo e pode enriquecer a nossa cultura e paladar. Não é por acaso que o tema deste ano foi o jardim como um lugar de globalização e integração. As plantas com respeito á humanidade são um exemplo de realidade multi-étnicas e de boa convivência. Que sejam bem vindas portanto outras maravilhas amazônicas nas próximas edições.

 

 

  1. O Brasil neste momento é um dos mercados emergentes, especialmente mas não somente para produtos de consumo de alta qualidade e de artesanato como os italianos, já pensou em vender produtos com a filosofia Carmina Campus nesse mercado?

 

  1. R. Carmina Campus neste momento é um nicho com marca de fabricação e produtos artesanais que são sobretudo peças únicas. O Brasil seria com certeza um mercado muito interessante para nós em virtude do grande interesse para o design e a criatividade sustentável. Queremos crescer de forma controlada, um passo de cada vez sem forçar o ritmo do nosso crescimento.

 

 

  1. Na Amazônia, no estado do Pará, no arquipélago de Marajó os índices de desenvolvimento humano são iguais ou menores do que os dos países africanos, muitas oportunidades para “Trabalho e não Caridade” possíveis para as comunidades que vivem aqui, entre as mais desfavorecidas do Brasil. Esta grande riqueza de materiais nativos da floresta, como fibras naturais da árvore das palmeiras de coco e outras existentes e prontos para ser transformados com criatividade em produtos de luxo, poderiam, em um futuro não muito distante, começar, em teoria, a fazer parte dos programas de desenvolvimento de atividades sócio-economicas com a filosofia Carmina Campus?

 

  1. R. Minha última visita ao Brasil em ocasião do RIO + 20 foi uma bela oportunidade para compartilhar alguns bonitos projetos de desenvolvimento e entrar em contato com múltiplas realidade interessantes. Tenho considerado de forma concreta a possibilidade de iniciar no Brasil um projeto me relacionando com algumas comunidades locais. Nós fazemos re-uso dos materiais que é um dos caminhos da sustentabilidade. Um outro é com certeza o utilizo de materiais naturais de utilizo ecologicamente aprovados dos quais o Brasil e riquíssimo e que representam o futuro. Para ambos os casos considerados, seja através do reciclo que com as fibras naturais, o Brasil tem muito a oferecer e gostaria ter agora ou em seguida a  oportunidade para implementar um belo projeto. No momento estou muito absorvida com os projetos em operação, por exemplo a colaboração com a qual opero com uma Agencia das Nações Unidas para uma produção Made em África, que se junta ás coleções que realizo na Itália e que esta me dando grandes satisfações, seja de um ponto de vista comercial que de alcance dos objetivos de programas de desenvolvimentos sócio-sustentaveis . O lema deste projeto é justamente “ Not Charity, Just Work” uma filosofia que eu gostaria de colocar em prática, mesmo em futuras colaborações, talvez no Brasil.

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