La recente visita della presidente Meloni in Argentina sembra aver rispettato ogni aspettativa: politica, cerimoniale, protocollo, cooperazione bilaterale, fino alla firma di dichiarazioni congiunte con il presidente Javier Milei. Non sono mancati momenti dedicati all’arte e alla cultura italiane, culminati in un incontro memorabile con la comunità italiana e la stampa al Teatro Coliseo di Buenos Aires, descritto dall’Ambasciatore Fabrizio Lucentini come “un simbolo vivente ed emozionante della forza della nostra relazione bilaterale”.
Davanti a un pubblico caloroso, la presidente ha dichiarato: “Non avrei potuto concludere questa mia prima visita ufficiale in Argentina, e la mia prima visita in America Latina, senza trascorrere del tempo con voi in questo magnifico teatro, il cui valore simbolico mi avete ricordato con orgoglio.”
Un passaggio particolarmente toccante del discorso ha visto Meloni citare una frase evocativa attribuita a un eroe del Risorgimento, parlando di “patria del cuore”: “La patria del cuore è una casa, un luogo da cui si può uscire con i piedi, ma mai con il cuore.” Le sue parole hanno suscitato applausi convinti, rafforzati dalla promessa che ha concluso l’incontro: “Se in passato non vi siete sentiti sostenuti o considerati abbastanza dall’Italia, vi prometto che non accadrà più! Viva l’Italia, viva l’Argentina e viva il nostro legame di fratellanza!”
Un discorso senza dubbio appassionato, carico di significato e capace di toccare le corde giuste. Ma come spesso accade, sarà il tempo a decretare se alle parole seguiranno i fatti.
Sbagliando, si impara davvero?
La domanda è lecita, soprattutto alla luce di quanto accaduto durante una precedente visita a Rio de Janeiro, dove la presidente Meloni ha deluso le aspettative della stampa italiana in Brasile e della comunità italiana, disertando un incontro programmato e confermato da tempo. Al contrario, il tempo per ammirare le meraviglie naturali della “cidade maravilhosa” non è mancato.
Un approccio che contrasta con quello del presidente Mattarella, il quale, durante le sue visite ufficiali, ha sempre privilegiato il dialogo con la comunità italiana e con la stampa, anche a costo di rinviare altri impegni protocollari. Una questione di priorità, di sensibilità… o forse di stile.
E allora, delle due l’una: o Buenos Aires non ha nulla da offrire al visitatore (un’ipotesi francamente inverosimile), oppure le critiche sollevate dall’ ASIB (Associazione Stampa Italiana in Brasile) hanno avuto il loro peso, spingendo a un cambio di rotta.
Come recita l’antico adagio latino, “errando discitur” – sbagliando s’impara. Gli errori, se accolti con umiltà e spirito critico, possono trasformarsi in occasioni preziose di crescita e miglioramento.
Se è davvero così, auguriamo a chi sbaglia di imparare velocemente e, soprattutto, di non ripetere gli stessi passi falsi.
Teatro Coliseo – Buenos Aires (Foto :Creative Commons Attribution 2.5 Argentina license)
Giuseppe Arnò