Nel grande circo mediatico che chiamiamo politica italiana, un nuovo numero tiene banco: il caso SpaceX. Abbiamo un cast d’eccezione degno di una serie Netflix, dove ogni personaggio interpreta con passione il proprio ruolo.
Musk, il visionario: “Siamo pronti!” proclama il maestro della retorica iperbolica, come se avesse già acceso i motori dei razzi per decollare verso la luna (o verso Palazzo Chigi). Nessuno sa esattamente a cosa sia pronto, ma Elon ci tiene a farcelo sapere. Sarà per i satelliti? Per la connessione internet globale? O per un cameo in una puntata speciale di Porta a Porta? Boh, non lo sapremo mai.
Il Governo, l’acquirente prudente: Da Palazzo Chigi arriva la dichiarazione solenne: “Nessuna firma”. Una frase breve, decisa, quasi tagliente, che taglia il rumore mediatico con la precisione di un bisturi. Altro che surreale: è il governo che si muove con cautela in un terreno minato da accuse infondate e insinuazioni creative. Nessun contratto, nessuna gara, nessuna cena compromettente. L’incontro in Florida? Solo un episodio diplomatico, trasformato dall’opposizione in una trama degna di un romanzo di spionaggio. Palazzo Chigi, intanto, resta saldo e insiste: la realtà non ha bisogno di effetti speciali.
L’opposizione, maestra di fuochi d’artificio:
Giuseppe Conte si lancia in accuse da spy-story: “La premier decide in base ai rapporti personali con uno degli aspiranti padroni del mondo?” Aspettate un attimo: aspiranti padroni del mondo? Siamo passati da House of Cards a James Bond in un batter d’occhio. Matteo Renzi, dal canto suo, indossa il mantello del paladino della trasparenza: “1,5 miliardi a un privato senza gara? Non sia mai!” (Detto da chi ci ha regalato anni di governo “strategico”, il sarcasmo è una scelta inevitabile).
E il gran finale di Borghi:
Il senatore Borghi si scatena con un monologo da teatro shakespeariano, con tanto di “emozioni da resort” e il ministro degli Esteri paragonato a un maggiordomo silente. Uno spettacolo che oscilla tra tragedia e farsa. Ma almeno qualcuno si diverte.
La maggioranza, con Lupi in testa:
Maurizio Lupi, fedele scudiero del governo, controbatte con un tono da maestro di scuola elementare: “L’opposizione inventa tutto, è ridicolo!” Non che servisse, ma grazie per il chiarimento, Lupi.
E dunque?
L’effetto complessivo di tutti questi numeri è un grande niente. Musk resta “pronto” per non si sa cosa, il governo corre a dire che non fa cose che nessuno ha mai provato, e l’opposizione cerca di scalmanar la gente con accuse che sembrano più delle fiction che della vera politica. Ma si sa, in Italia, il vero spettacolo è sempre dietro il sipario.
Tu chiamale, se vuoi, emozioni… o solo polvere negli occhi.
Giuseppe Arnò