La primavera di Ventotene…
Ci siamo, i germogli nei vasi di ogni terrazza romana annunciano che la primavera è cosa ormai fatta. Insomma, al netto di improvvisi cataclismi metereologici dovremmo esserci. L’ultimo scoglio potrebbe essere la Pasqua che spessissimo porta un tempo pessimo, con le proverbiali scampagnate di Pasquetta rovinate dalla pioggia.
L’avvicinarsi di questa festività è anche l’ultimo sfogo enogastronomico dell’anno prima del grande incubo della “prova costume”. Prima della tribolazione dietetica quindi, in tutte le case italiane e seppur con tradizioni regionali diverse, sono al via i preparativi per imbandire la tavola dei giorni di festa.
I menù casalinghi propongono volumi di cibo spropositati come se non ci fosse un domani o fossimo appena usciti da un conflitto bellico. Prima della grande depressione da petto di pollo e insalata che seguirà la festa, nei supermercati si fa incetta anche di dolci e preparazioni tipiche della Pasqua.
Quello dei banchi della GDO è una grande termometro dello stato di salute economica, perché escludendo la quota dei fortunati che possono permettersi di spendere cifre folli per Colombe e uova di cioccolata, tutti gli altri è proprio li che si rivolgono. Impossibilitati a regalare oltre 40 euro al kg per i capolavori di pasticceria dei grandi chef, i comuni mortali della tavola alla ricerca di una felicità gastronomica a buon mercato, si lasciano catturare dalle ammalianti gustose promesse delle confezioni sugli scaffali.
Osservando l’offerta di quest’anno però non si può fare a meno di notare un segnale di impoverimento della varietà, intendiamoci bene ci sono sempre decine e decine di opzioni per lo stesso prodotto, ma le esagerazioni del passato sembrerebbero essere ormai alle spalle.
Dubito per un’accresciuta coscienza alimentare e dei consumi, forse più per il ridotto potere d’acquisto della famiglia media, se ancora esiste, sempre più risucchiato in mille rivoli che asciugano lo stipendio, costringendo tanti genitori a fare i salti mortali per comprare le uova di cioccolata.
A proposito di salti mortali, risultano particolarmente acrobatici e sempre più complicati quelli di una sinistra allo sbando più totale, ormai incapace di rimanere a galla. Sono diversi i giornalisti, politici, appartenenti al mondo della cultura e dell’opinione una volta schierati a spada tratta, che iniziano a prendere le distanze dalle posizioni folli di una fazione politica incapace di contestualizzarsi nel mondo reale, e che cerca di raccogliere consensi sbattendosi a destra e a manca manco fosse una bandiera al vento.
Comportamenti che ormai fanno sorridere un po’ tutti alla luce di quanto avviene intorno alla quotidianità della scena europea e mondiale. Il 4 marzo da Ursula von der Leyen ha proposto all’Eurocamera il piano ReArm Europe approvato, con 419 sì, 204 contrari e 46 astenuti. Il provvedimento, esorta l’Ue a garantire immediatamente la propria sicurezza per una situazione valutata con rischi definiti “simili a quelli in tempo di guerra”.
Decisione che scatena la bagarre in Italia dove per la coalizione di governo sono favorevoli Forza Italia e Fratelli d’Italia e contraria la Lega. All’opposizione contrari i M5s e Alleanza Verdi-Sinistra che ritengono il piano sconsiderato, inconciliabile con i valori dell’UE oltre che un pericoloso assist a favore di Trump e Putin per far saltare il banco in Europa.
Spaccato il PD, che però scenderà poi il sabato in Piazza del Popolo nella manifestazione promossa da Michele Serra del quotidiano Repubblica a sostegno dell’Europa, e che raccoglierà gran parte delle anime della sinistra. In Piazza si assiste a scene imbarazzanti, con i leader politici che in presenza dimostrano il loro favore al riarmo, ma incapaci però di sostenere le domande dei giornalisti che gli chiedono conto delle loro consolidate posizioni pacifiste urlate al mondo fino al giorno prima.
Nessuna risposta, politici eletti dal popolo e che ne dovrebbero rappresentare la voce, ma che in evidente imbarazzo rinunciano al loro compito. La sola Schlein nel tentativo di scrollarsi i giornalisti di dosso abbozza una risposta, che però assomiglia ai celebri dialoghi tra Ugo Tognazzi, Renzo Montagnani e gli altri attori protagonisti del film capolavoro diretto da Mario Monicelli, Amici miei – Atto II.
Intanto a contorno di questa latitanza politica si moltiplicano le scene grottesche. Folle di manifestanti che sostengono il riarmo con la bandiera della pace in mano, e che incalzati dai cronisti sul perché sono lì, non sanno nemmeno cosa rispondere. Una grande tristezza aggravata dal fatto che la manifestazione è stata pagata dal Sindaco Gualtieri, con ben 270 mila euro dei contribuenti romani.
Diverso però il trattamento riservato all’altra manifestazione di quelli che non pensano a sinistra e che sostengono le tesi opposte, che si è svolta contemporaneamente in Piazza Bocca della Verità a spese degli organizzatori come ha fatto osservare Il politico Marco Rizzo.
Alla faccia della democrazia. Va beh ma su quella il “Manifesto di Ventotene” tanto caro alla sinistra recita: “la politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria – e inoltre – il partito rivoluzionario attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto, non da una preventiva consacrazione da parte dell’ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna’. ‘Attraverso questa dittatura del partito si forma il nuovo stato e attorno a esso la nuova democrazia”. Firmato Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni confinati dal regime fascista sull’isola Pontina nel 1941. Una testimonianza storica a cui si deve il giusto rispetto, ma un testo che oggi non può essere più rappresentativo della realtà dei nostri tempi né essere il documento su cui basare la costruzione di una UE degna di questo nome, eppure diffuso largamente nella manifestazione di Piazza del Popolo come fosse un programma attuale si cui attenersi.
La bella stagione è iniziata ma, con tutto il rispetto dovuto a chi ha dato la vita da una parte e dall’altra, per il nostro paese, a Ventotene forse è meglio pensare per andare al mare. Piccola Perla delle Isole Ponziane nel tirreno Laziale, è raggiungibile in traghetto o aliscafo da Formia, Terracina, Napoli e Ischia. Un posto magnifico in cui rendersi conto della bellezza incommensurabile del nostro paese, della sua potenzialità, della sua storia e tradizione, e di quanto stiamo facendo poco per difendere tutto ciò.
Ventotene – Foto credit: https://wikitravel.org/wiki/shared/index.php?curid=120664