La finestra su Roma

 

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Dietro le lucine un Natale che non scalda il cuore

Il meteo ha detto stop e dopo aver graziato i Romani fino ad ora calerà nelle prossime ore la mannaia del gelo. Non solo a Roma che anzi, baciata dalla fortuna non si trova mai in condizioni drammatiche a causa del freddo, ma più che altro nel resto del paese.

Bufere di vento e aria gelida proveniente dalla Russia si verificheranno sulle zone montane di Marche, Umbria, Abruzzo e Molise con nevicate a bassa quota a partire da 5-600 metri se non ancora più basse. Al sud forti temporali e nevicate tra i 1000 e 1500 metri sferzeranno Campania, Calabria e Basilicata, mentre a Roma le temperature diurne si porteranno intorno ai 10°, anticipando di 20 giorni l’ingresso ufficiale dell’inverno.

Nell’arretratezza infrastrutturale del nostro paese speriamo che i disagi della stagione fredda si limitino a problemi di riscaldamento, senza riprodurre tragedie come la vicenda di Rigopiano del 18 gennaio del 2017, dove nel comune abruzzese di Farindola morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse un Hotel.

Una struttura che forse li non si sarebbe mai dovuta trovare e che forse non era stata considerata nei piani di emergenza da qualcuno che forse, mancando alle sue responsabilità non ha tenuto disponibili i mezzi e le strategie necessarie in caso di pericolo, forse per negligenza, o forse per altri motivi che non hanno consentito di raggiungere l’Hotel al verificarsi dell’emergenza.

Una lunga serie di forse “all’Italiana” che ha provocato tante morti innocenti. Il 3 dicembre la Corte di Cassazione pronuncerà la sentenza sulla strage di Rigopiano, una snervante attesa per i familiari, che hanno lamentato come in aula si sia cercato di negare le evidenze per discolpare chi poteva salvare le vittime, offendendone la memoria.

Il sostituto Procuratore Riccardi in aula, appena due giorni fa ha chiesto un processo d’appello bis per l’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo, colpevole di rifiuto di atti d’ufficio e falso e per questo condannato a 1 anno e 8 mesi, per valutarne anche le accuse  di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio per cui era stato assolto in appello.

Contestualmente ha chiesto anche l’annullamento delle assoluzioni di 6 persone dell’autorità regionale di protezione civile oltre che la conferma per le condanne dei dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (entrambi 3 anni e quattro mesi), l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso (6 mesi), l’allora sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il tecnico del Comune Enrico Colangeli (2 anni e otto mesi per entrambi).

Anche se nessuna sentenza potrà mai restituire le vittime all’affetto dei propri cari si spera che chi deve pagare per le sue colpe paghi, scongiurando un finale da commedia all’italiana che si è visto troppe volte nelle aule di giustizia.

Di Commedia all’Italiana sa invece tanto questa notizia che dice molto sull malcostume in essere nel belpaese. Dei tanti sodalizi criminali che si erano materializzati fino ad ora non si ha memoria di una ”Banda dello Spurgo”, ed il nome dato all’indagine appena chiusa, “Pecunia non olet”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dagli agenti della Polizia di frontiera aerea di Fiumicino, non poteva essere più appropriato.

La ditta in questione sfruttava i problemi dei clienti con le fognature, e invece di procedere allo spurgo aggravava volutamente il problema per estorcere denaro alle malcapitate vittime. Le indagini hanno condotto all’arresto di 13 persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni e truffe aggravate. Tra i frutti dell’attività criminosa la Polizia ha recuperato anche 100mila euro in contanti, diamanti, rolex e gioielli.

L’attività era in piedi dal 2022 ed il modus operandi, a seguito di una richiesta urgente prevedeva il pagamento anticipato di 500 euro, durante l’intervento gli operai creavano un ulteriore danno ostruendo lo scarico, quindi per motivazioni tecniche demolivano pavimenti e pareti allagando con i liquami appartamenti e attività commerciali, spesso bar o ristoranti, creando danni esorbitanti. Tra le vittime preferite anche persone anziane ed indifese, incapaci di opporsi alle minacce e timorose di sporgere denuncia.

La ditta poi proponeva un costosissimo intervento di ripristino e se la vittima presagendo la truffa si rifiutava, veniva minacciata da parte del personale scelto ad hoc per la fedina penale non certo immacolata, e requisito essenziale per essere assunti. Il giro d’affari milionario veniva esercitato su tutta Roma ed in procinto di essere allargato anche su tutta la provincia ed in altre città italiane.

Intanto Roma inizia a vestirsi a festa per il Natale, ma è un abito molto più povero di quelli indossati negli anni precedenti. Non si respira nessuna atmosfera particolare e dietro gli addobbi scintillanti che qua e la iniziano a vestire le vie dal centro alla periferia, quasi non  si avverte l’atmosfera della festa. Sarà che di anno in anno di decennio in decennio il Natale ha cambiato i suoi contenuti, traghettandoli dalla religione al consumismo, concetto un po’ retorico ma forse anch’esso scaduto.

Qui con l’inflazione che galoppa e tante famiglie impegnate ad arrivare a fine mese, più preoccupate dalle bollette del riscaldamento da pagare che dei pacchi da mettere sotto l’albero, di consumismo è rimasto poco e niente. Si vede dai negozi delle vie del centro che a differenza del passato non subiscono l’assalto dei clienti in cerca del regalo giusto, forse però complice anche il commercio online.

Il Natale era anche la festa della famiglia, un’occasione irrinunciabile per stare insieme alla propria tribù di parenti e amici nei luoghi di origine, ma anche questo fenomeno nel tempo è stato costretto a una flessione. Le dinamiche della vita, dello studio, del lavoro, portano sempre più persone ad allontanarsi dai luoghi più cari, e se prima era un rito irrinunciabile tornarci almeno a Natale oggi non può essere più così per tutti.

Lavori precari a centinaia di chilometri lontano da casa e situazioni al limite della sopravvivenza, inducono molti a trascorrere il Natale lontano dalle proprie famiglie visti i costi proibitivi dei viaggi per raggiungerli, ancor di più se intanto nell’esilio lavorativo si è creata una famiglia con dei piccoli, per cui i nonni saranno un’entità che si manifesta principalmente attraverso lo schermo di un cellulare.

Però ci scuotiamo ed usciamo lo stesso per Roma nel tentativo di ricercare le atmosfere perdute della “città eterna”, ma di eterno qui troviamo sopratutto i lavori. Una grande delusione per quei turisti che vedevano la visita di Roma come un sogno cullato per anni, e invece l’hanno trovata in “déshabillé” nell’anno forse peggiore dal punto di vista della ristrutturazione.

Come una vecchia incantatrice però Roma con i suoi trucchi saprà ammaliarli, sostituendo il tradizionale albero nel centro di piazza Venezia, anche quest’anno occupata da monumentali impianti industriali per la costruzione della Metro, con tre diversi e posizionati in posti incantevoli, da quello in Piazza San Pietro di 29 metri proveniente dalla Valle di Ledro in Trentino, a quello più piccolo, solo 13 metri, ma posizionato in un posto egualmente suggestivo coma Piazza di Spagna che Bulgari ha voluto omaggiare sponsorizzandolo, a quello che svetterà su Piazza del Popolo  proveniente dal Caucaso e alto 22 metri. Tre location affascinanti che speriamo possano riuscire a regalare l’emozione della festa ai romani e a quanti hanno scelto Roma per il loro Natale.

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