Fumate di Forno e Polveroni: La Nuova Arte del Distrarre

Accipicchia, siamo un Paese incredibile.
Mentre il mondo brucia – tra crisi economiche, guerre e un panorama sociale sempre più desolante – noi troviamo il tempo e l’energia per montare spettacoli da circo degni dei migliori clown. E no, non stiamo parlando di acrobati o funamboli, ma di ministri, premier e un’opposizione che si diletta a gridare “al lupo, al lupo!” su questioni che, francamente, paiono polverine gettate in faccia all’opinione pubblica.
Prendiamo il caso Almasri. Espulso, come la “ragion di Stato” comanda. Nessun Paese al mondo, neanche il più democratico, aspetta che un proprio archeologo o diplomatico finisca nei guai in Libia per organizzare uno scambio alla pari. Ma a quanto pare, la normalità delle relazioni internazionali ora è argomento da talk show, con l’opposizione che si aggrappa a ogni ombra di polemica.
Certo, la Premier tace. E forse potrebbe anche “metterci la faccia”, come suggerisce il senatore Monti. Ma davvero vogliamo farne un caso di Stato? È chiaro che il rimpatrio è stato deciso in base a priorità di sicurezza. E se pure ci fosse qualche dettaglio non comunicato, il punto resta lo stesso: in un mondo “bastardo”, come lo è oggi, decisioni rapide e ciniche sono spesso necessarie. Poi c’è il capitolo Santanché. E qui il déjà-vu si fa insopportabile. Non c’è condanna, non c’è sentenza, eppure il linciaggio mediatico è partito come un orologio svizzero.
Qualcuno si è forse dimenticato delle storie di Salvini e Renzi, entrambi passati indenni attraverso tempeste mediatiche che avrebbero abbattuto chiunque? Siamo così sicuri che urlare contro un ministro senza prove definitive sia il modo migliore per servire il Paese?

Ma attenzione, perché qui viene il vero capolavoro: mentre si fa gran chiasso sulle polveri e sulle ombre, nessuno si occupa di ciò che davvero pesa come un macigno. La crisi economica avanza, le famiglie arrancano, le guerre all’estero continuano a creare sfollati e tensioni geopolitiche. E noi? Noi ci perdiamo nei fumi di un forno qualsiasi, cercando di capire quale sia il problema del giorno, invece di preoccuparci dei problemi reali.

Forse, alla fine, è anche giusto così. Chi si prende il lusso di affrontare la realtà, in un’Italia che sembra preferire il gossip alla responsabilità? Meglio lasciarli divertire con i loro giocattoli politici, mentre il circo italiano prosegue il suo spettacolo. Dopotutto, che sarebbe il nostro Paese senza un po’ di fumo negli occhi? Certo, però, sarebbe bello vedere qualcuno sporcarsi le mani con le “cose serie” ogni tanto. Ma forse, anche questo, è chiedere troppo.

E allora, si proceda con i giochi. I problemi veri possono aspettare.

Giuseppe Arnò

1 Comment

  • Antonino Coco 05/02/2025

    E’un momento critico e caotico dove la rituale battaglia per detenere il potere politico e giudiziario e’diventata guerra finale e gli “attori” principali ne hanno preso coscienza dopo essere arrivati ad un punto di non ritorno, giocando, giocando….. E’chiaro che ormai si lotta per la “vittoria” e per l’imporsi sugli avversari; i veri problemi socio economici possono attendere. Siamo in guerra!!!

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