Europa in Tilt, Libia al Microonde e Trump con le Valigie per Gaza: la Geopolitica del Follia Tour

Tra zar, sceicchi, visionari in cravatta rossa e un’Europa col mal di testa: breve guida semiseria all’implosione programmata del buon senso globale.

Disamina (pseudo) seria della follia generalizzata

Siamo alle comiche finali, solo che il teatro è l’intero pianeta e le uscite di scena sono con esplosioni vere, non effetti speciali. L’Europa naviga a vista, con la bussola impazzita e il timoniere assente. Gli analisti parlano di multipolarismo, ma quello che vediamo è un multicaos: da un lato ci si appella allo Spirito Santo per una pace globale — che, in tempi di intelligenze artificiali e droni kamikaze, è come invocare la pioggia nel Sahara — dall’altro, lo spettro di un’apocalisse nucleare, gentilmente offerta dal Cremlino, incombe su un continente che non sa più se applaudire o evacuare.

La Libia: una nazione diventata Sudoku geopolitico

La situazione in Libia è talmente intricata che anche Sherlock Holmes si darebbe alla macramè. Dopo il bombardamento franco-britannico con regia Sarkozy (grande interprete del genere complotto da salotto), il paese è passato da “dittatura stabile” a “anarchia a tempo indeterminato”. Gheddafi — l’uomo che metteva tende berbere nel giardino dell’Eliseo — manteneva almeno la caldaia nordafricana sotto controllo. Oggi, invece, è come se qualcuno avesse buttato una cassa di Kalashnikov dentro un frullatore tribale.

Ucraina: teatro della tragicommedia slavo-europea

Nel frattempo, la guerra in Ucraina è diventata il reality show geopolitico per eccellenza. Lo Zar di Mosca gioca a Risiko con i confini, mentre l’Occidente ci mette le bandiere arcobaleno e i post indignati. I negoziati? Pura scenografia. Il copione lo scrive solo uno: e lo fa in cirillico.

E ora Trump: il regista visionario della geopolitica deluxe

Come se mancasse un tocco surrealista, ecco arrivare Donald Trump, il Fellini della diplomazia internazionale. L’ultima sua idea — riportata da NBC News — è un piano che farebbe arrossire anche un romanzo distopico: evacuare la Striscia di Gaza (una delle aree più densamente popolate e martoriate del pianeta) e trasformarla in una località turistica. Resort di lusso, centri benessere e magari un campo da golf dove oggi piovono bombe. Nel frattempo, un milione di palestinesi andrebbero gentilmente spediti in… Libia. Già, quella Libia.

Logistica della follia: mille Airbus e zero piste

Per spostare un milione di persone ci vorrebbero più di mille voli di Airbus A380. Dettaglio comico: non ci sono aeroporti funzionanti nella Striscia. Dettaglio tragicomico: la Libia non è proprio in vena di accoglienza, tra milizie, mine, jihadisti e clan armati fino ai denti. Il Dipartimento di Stato americano lo sa bene: sconsiglia fortemente ai suoi cittadini di mettere piede lì. Ma per Trump, si sa, la logica è solo un’opinione.

Tra beatificazioni e bunker nucleari

Nel mezzo di questo teatro dell’assurdo, l’Europa si aggrappa ai santi, agli esorcisti e ai vertici UE. La speranza? Che lo Spirito Santo scenda davvero, possibilmente con un buon curriculum in diplomazia internazionale. L’alternativa? Un’apocalisse globale che, volendo vedere il lato positivo, almeno chiuderebbe la questione climatica.


Conclusione (o diagnosi?):
Non è chiaro se stiamo assistendo alla fine di un’epoca o all’inizio di una barzelletta lunga quanto la Storia. Ma tra autocrati che giocano a Risiko, piani di reinsediamento che, se veri, sembrano scritti da uno sceneggiatore burlone e istituzioni europee paralizzate come cervi nei fari, una cosa è certa: se non ci pensa lo Spirito Santo, ci penserà l’entropia.

E a quel punto, potremmo davvero rimpiangere Gheddafi.

di Redazione

Gheddafi – By U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 2nd Class Jesse B. Awalt/Released – DefenseImagery.mil, VIRIN 090202-N-0506A-534, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=81125969

0 Comment

  • Antonino 18/05/2025

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    Ottima, pragmatica analisi alla quale aggiungerei che questi ciechi, narcisisti governanti, affetti da paranoia schizofrenica, si sono messi, ai noi, in un vicolo cieco dal quale non sanno come uscire e tantomeno possono affrontare l’umiliazione di tornare indietro o, cosa più grave, cedere al nemico. E allora? Parafrasando con l’editore: Che Dio ci salvi!!! Richiamo al quale, storicamente, si sono aggrappati in tanti, non so quanto potra’ sortire, visto che sul piano teologico esiste il libero arbitrio datoci dal buon Dio.

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