Testate chic per menti eleganti: l’Europa si sveglia e sogna la bomba griffata

L’Europa, quella stessa che produce profumi, formaggi stagionati e regolamenti sulle curvature delle zucchine, ha deciso finalmente di alzare lo sguardo dal cappuccino e dalla bio-insalata per fare una domanda scottante: “E se ci facessimo anche noi una bella bomba atomica, così… de griffe?”

Perché, diciamocelo, non è forse curioso che paesi come la Corea del Nord — dove il Wi-Fi è un miraggio e il riso è razionato — possano minacciare il mondo con un arsenale nucleare mentre l’Europa, regina dell’ingegneria, dell’aerospazio e della burocrazia millimetrica, non sa nemmeno da che parte si innesca un deterrente?

India, Pakistan, Israele (che ufficialmente non ce l’ha, ma tutti fanno finta di niente), Iran — tutti con la bomba in tasca come fosse un accendino. E noi? Noi a guardare, indignati, con una risoluzione dell’Europarlamento e un hashtag pacifista.

Un recente studio UE ha evidenziato che gli europei sono convinti di stare benone, di vivere meglio di gran parte del mondo (spoiler: è vero), ma non si rendono conto che questo “benessere” ha le fondamenta anche su un sistema di sicurezza di cui capiscono poco o nulla. E soprattutto ignorano che, finché la nostra difesa dipende dall’umore di un presidente americano (che un giorno abbraccia la NATO, il giorno dopo lancia una bottiglia d’acqua al mappamondo), saremo sempre vassalli. Vassalli chic, certo, ma pur sempre vassalli.

Macron — l’unico che tra un battito di ciglia e un colletto rigido si ricorda che la Francia ha i bottoni giusti da premere — ha proposto di “condividere” la Force de Frappe. Ovviamente a condizioni francesi: Parigi comanda, voi vi adeguate, e guai a pensare di toccare il telecomando. È come un abbonamento premium: tu paghi, ma i contenuti li decide la Francia.

Nel frattempo, la Gran Bretagna — quella che è uscita dall’Ue ma non ha mai lasciato la scena — valuta di tornare in pista con il suo Trident, perché Brexit sì, ma perdere influenza no. E così l’Europa si trova con due proposte nucleari “in outsourcing”, mentre continua a produrre sottomarini, caccia stealth, radar e satelliti come se dovesse lanciare una nuova collezione alla Milano Defense Week.

E allora, cara Europa, non sarebbe ora di mettere mano alla “pasta” e farti una bella bomba tutta tua? Immagina: La Bombe Européenne, elegante, silenziosa, con un packaging minimal e un logo in Helvetica. Magari biodegradabile, che inquina solo per 200.000 anni, ma nel rispetto delle normative UE.

L’idea non è poi così assurda: le tecnologie ci sono, le risorse pure, e le motivazioni geopolitiche abbondano. La sovranità europea della difesa non passa solo per i droni e i satelliti, ma anche per la capacità di dire “se ci attaccate, ve ne pentirete, con gusto”.

Naturalmente, ci saranno gli scettici, i pacifisti, quelli col “no war” nel profilo, ma anche loro, sotto sotto, sognano un’Europa che finalmente smette i panni della cameriera dell’Occidente per indossare quelli della padrona di casa. Magari armata, ma sempre con stile.

E allora, sogni d’oro Europa… ma con testata. Possibilmente made in Italy, design tedesco, ingegneria francese e consegna Amazon Prime, in collaborazione con ESA. Guerra fredda ma sostenibile!


Nota finale: qualunque riferimento alla realtà è puramente voluto e profondamente ironico. Ma se qualcuno conosce un buon mercato nero, ci scriva.

di Redazione

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