di Bruno Fulco
L’ AI per tutto ma non per tutti
Anche per quest’anno il peggio della stagione invernale, Roma sembra esserselo messo alle spalle. Occhio però che tutto è possibile con le bizze del clima, capaci di far nevicare anche a Pasqua come avvenuto tanti anni fa. Comunque, le giornate lentamente si allungano e l’aria si fa più dolce lasciando già sognare una nuova primavera.
Chi invece sta lottando per incontrarla di nuovo è il Santo Padre, alle prese con una grave polmonite bilaterale che sta facendo temere il peggio per la sua sorte. Papa Francesco ricoverato dal 14 febbraio al Policlinico “A. Gemelli” di Roma, sta lottando con la patologia che ha colpito organi già indeboliti da diverse problematiche croniche antecedenti, e che per un paziente di 88 anni non sono una cosa di poco conto.
Fortunatamente l’ultimo bollettino medico registra un miglioramento ma ancora insufficiente a sciogliere la prognosi. Di conseguenza verrà rinviata l’udienza giubilare in programma sabato 01/03 e la domenica, per la terza volta, sarà presente un cardinale per leggere lo scritto del Papa all’Angelus. Peccato, oltre che per il Papa anche per i tanti fedeli provenienti da tutto il mondo, che magari hanno capitalizzato tutti i loro risparmi per assistere all’incontro col Santo Padre.
Questa vicenda dell’Angelus scritto ha molto da insegnare in questi “tempi moderni”, e non si tratta strettamente di un discorso di mera fede. Intendiamoci il Papa non può certo declinare i suoi compiti come vicario di Cristo, ma fa molto pensare al senso di responsabilità umana e in un certo senso rappresenta l’esempio di come il valore dell’impegno andrebbe sempre preservato, a prescindere da ogni opportunità e facilitazione tecnologica.
In quest’epoca dove uno dei dogmi principali è “trovare la scorciatoia” si ricorre sempre più ad ausili di ogni tipo pur di limitare sforzi ed impegno personali, come ad esempio scrivere un discorso usando l’AI. Parliamoci chiaro, non c’è nulla di sbagliato nell’utilizzare i benefit che il progresso tecnologico mette a nostra disposizione, ma bisognerebbe domandarci quale debba essere il limite davanti al quale fermarci per non diventare un pericolo.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la nostra vita più velocemente di quanto possiamo immaginare. Un processo che rapidamente, togliendo l’allenamento allo sforzo mentale potrebbe minare le capacità umane indebolendole progressivamente nel susseguirsi delle generazioni. Già oggi tra i banchi di scuola i giovani studenti della generazione alpha, ben lontani dai modi goffi da “bambacioni” delle generazioni precedenti, studiano con ChatGPT svolgendo ricerche e affrontando tematiche scolastiche. In pochi secondi, sono in grado di svolgere i compiti senza nessun tipo di sforzo e coinvolgimento rischiando di compromettere seriamente il loro sviluppo cognitivo. Un pericolo che impone al più presto di regolamentarne l’utilizzo a tutela dei minori.
Ad oggi la maggior parte delle persone pensa all’AI in relazione a video artificiali, che vanno dai semplici meme a sfondo politico in voga in questi giorni, come quelli che coinvolgono Trump e i potenti della terra in relazione al conflitto israeliano – palestinese. Ma a parte i possibili usi impropri di questi a scopo manipolatorio e come amplificatori di fake news, qui stiamo parlando di ben altro.
Le implicazioni certo produrranno sviluppi innovativi in un sacco di campi portando benefici alla vita degli uomini. Dal settore sanitario, o automobilistico o dei servizi, fino alla produzione di beni, tanto è vero che le Aziende stanno investendo fortemente su questa nuova tecnologia. Nel 2024 si stima che il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha toccato quota 1,2 miliardi di euro, con una crescita del +58% rispetto al 2023.
Ma la domanda è chi potrà beneficiare di tutto ciò? Non certo tutti i lavoratori che grazie all’AI vedranno rivoluzionate le proprie professioni perdendo il lavoro, dall’industria alle attività impiegatizie, alle attività di data entry finanche alle attività di consulenza finanziaria, sostituibile da algoritmi con sostanziale perdita delle competenze.
Ma allora siamo sicuri che l’AI non sia solo un grosso affare per rafforzare le grandi potenze economiche e favorire le classi benestanti aumentando la diseguaglianza economica a macchia d’olio? Temi importanti su cui discutere, ma bisogna farlo in tempo, bisogna farlo ora prima che il processo sia ancora reversibile o sia possibile gestirlo senza drammi sociali.
Per non scadere anticipatamente nell’universo distopico di Orwell e rimanere attaccati alla realtà più stringente, basta volgere lo sguardo nel giardino di casa nostra ritrovando questioni antiche come il mondo, come la questione della Magistratura Politicizzata. È appena andato in scena lo sciopero dei togati, indetto dall’Associazione nazionale Magistrati contro il governo Meloni per la riforma della giustizia e la separazione delle carriere.
L’intento della Riforma dichiarato dal Governo è quello di porre fine all’intreccio tra politica e magistratura, obiettivo che dovrebbe essere caro a chi ha scelto come professione quella di difendere la legalità e che rappresenta la maggior parte della magistratura, oggi invisa ai posti direttivi a cui si accede per affiliazione politica e non per merito. Eppure, c’è chi protesta motivandola come sincera “preoccupazione per il corretto funzionamento della democrazia”. Qui di sincero sembrerebbe esserci solo l’estrema difesa di proprie posizioni e privilegi di onnipotenza. Ma comunque la gente, che non è stupida, saprà valutare da sola.
Intanto in programmazione a Roma in questo periodo a Palazzo Bonaparte la mostra “Munch. Il grido interiore”. Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento, è considerato l’interprete per antonomasia delle più profonde inquietudini dell’animo umano, sempre attuale adesso come nel 1800.